Revenge Bedtime Procrastination (RBP), ovvero la Procrastinazione del Sonno
A causa del lavoro e degli impegni familiari, ti capita mai di non avere tempo durante il giorno da dedicare alle attività che ami fare? Hai mai cercato di andare a letto più tardi proprio per poter avere qualche ora in più di tempo libero?
Se la risposta è sì, allora hai avuto almeno una volta la Sindrome da Procrastinazione del Sonno, che fa riferimento proprio a quelle ore che trascorri rimandando il momento di andare a letto, solo per avere un po’ più di tempo a disposizione per te stesso.
Perché “Revenge” (vendetta)?
Le ore della sera vengono viste come un momento per reclamare il controllo sulla propria vita, in risposta a lunghi e stressanti orari di lavoro che lasciano poco tempo per i desideri personali. Quindi l’idea è che ci stiamo “vendicando” delle ore diurne che ci hanno tenuti così occupati e stiamo avendo la nostra rivincita.
Quindi, fondamentalmente, la procrastinazione dell’ora di coricarsi deriva dalla mancanza di tempo libero durante il giorno. Vale la pena notare che coloro che tengono questo comportamento desiderano comunque andare a dormire, nonostante le loro azioni. Questa disconnessione è nota come divario intenzione-comportamento.
Negli ultimi anni, a causa del rapido sviluppo della tecnologia e della natura invadente dei social media, il ritardo del sonno è solo peggiorato.
Perché succede
La pandemia COVID-19 ha reso questa sindrome un problema ancora più grave. Poiché molti adulti si sono ritrovati a lavorare in smart-working da casa, il confine tra vita professionale e la vita familiare è diventato impercettibile.
Il primo momento della giornata veramente “libero” è la sera dopocena e molti preferiscono rinunciare a qualche ora di sonno pur di avere un po’ di tempo a disposizione, anche se questo significa guardare Netflix, scorrere i social o abbuffarsi di videogiochi. Queste attività ricreative durano fino a tarda notte, riducendo così in maniera drastica il tempo da dedicare al riposo.
Le conseguenze della riduzione del sonno
Tutti hanno bisogno di dormire e non riuscire a chiudere gli occhi a sufficienza può comportare dei problemi più o meno gravi. Un sondaggio globale sul sonno condotto da Phillips nel 2019, ha rilevato che il 62% degli adulti pensa di non dormire a sufficienza e la maggior parte delle persone afferma di dormire in media circa 6 ore a notte, mentre il fabbisogno corretto si aggira tra le 7 e le 9 ore.
Questa mancanza di sonno è attribuibile al fatto che gli adulti stanno alzati fino a tardi e ritardano il momento di coricarsi.
La privazione cronica del sonno può portare a compromettere il sistema immunitario, oltre ad una maggiore incidenza di malattie cardiache e ipertensione.
La mancanza di sonno può anche compromettere la salute mentale, aumentando le possibilità di depressione e influenzando le capacità decisionali.
Cosa possiamo fare per contrastare l’RBP
Dal momento che la causa principale della procrastinazione dell’ora di coricarsi è dovuta alla mancanza di tempo libero durante il giorno, la soluzione migliore è cercare di imporsi una routine in cui si programmano delle “pause” a metà giornata o durante il pomeriggio, ad esempio leggere all’ora di pranzo invece che la sera a letto.
Trovare il modo di dedicare del tempo a noi stessi durante il giorno ci aiuterà ad andare a letto prima la sera.
In conclusione
Ogni tanto, si può anche stare svegli fino a tardi per leggere, guardare i social o la TV. Ma posticipare il sonno ogni sera, non solo lascia “intontiti” durante il giorno, ma influisce negativamente sulla salute generale.
Nessuno si “abitua” a dormire poco, contrariamente a quanto si crede. Se si priva continuamente l’organismo di ciò di cui ha bisogno per stare bene, alla fine se ne pagherà il prezzo.
Purtroppo ognuno di noi durante la giornata ha mille impegni ed è difficile ritagliarsi del tempo per sé. Il consiglio è di “programmare” una breve pausa, inserendola nella nostra giornata come se fosse un impegno lavorativo, magari aiutandoci col mezzo tecnologico (il calendario di Google, ad esempio) che ce lo ricorderà.