Similia similibus curantur (o la meno ricorrente similia similibus curentur),«i simili si curino coi simili»
Samuel Hahnemann agli inizi del XIX secolo ha fondato l’omeopatia su questo principio in contrapposizione ai medici del tempo che utilizzavano il principio inverso: contraria contrariis curantur «i contrari vengono curati con i contrari».
Secondo Hahnemann il malato per raggiungere la guarigione deve assumere l’essenza che a lui manca. Questa essenza è divenuta dannosa come un veleno sul piano corporale precipitando nella materia e diventando quindi grossolana. L’effetto dannoso di questa sostanza, va colmato con la stessa assenza, dopo averla riconvertita e innalzata ad un livello vibratorio di cui il paziente avverte la mancanza.
Nel 14° secolo Paracelso sosteneva che nessuna malattia poteva guarire per contrapposizione, ma solo grazie al suo simile, convertendo con le sue preparazioni alchemiche il veleno in medicamento.
«Gli elementi non sono malati, è il corpo a cadere malato. Così lo scorpione cura il suo scorpione; l’arsenico il suo arsenico; il mercurio il suo mercurio; il cuore il suo cuore.»
(Paracelso, Opus paragranum, 1529)
Edward Bach, sullo stesso principio fonda la floriterapia.
«tutta la guarigione che non origina dall’interno è nociva, e la cura apparente ottenuta solo tramite metodi materialistici, ottenuta solo tramite l’azione di altri, senza l’aiuto di se stessi, può portare certamente sollievo fisico, ma danneggia la nostra natura più alta, poiché la lezione non è stata appresa e il difetto non è stato sradicato.»
(Edward Bach, tratto da Le opere complete, p. 10)