Solitamente a metà dicembre inizia la stagione di raffreddori e influenze, ma quest’anno i livelli di molte infezioni stagionali comuni rimangono tuttora estremamente bassi.
L’Istituto Superiore di Sanità ci informa infatti che l’influenza stagionale quest’anno non c’è.
Infatti, mentre nello stesso periodo dell’anno scorso, un’alta percentuale di italiani si trovava a letto in preda alla febbre, quest’anno l’influenza non ha ancora fatto la sua comparsa. Questo è successo non solo in Italia, ma anche a livello globale.
Cosa dicono i dati
Per dare un po’ di numeri, il bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità indica che “la curva epidemica delle sindromi simil-influenzali è stabile e sotto la soglia epidemica. Nella scorsa stagione in questa stessa settimana l’attività dei virus influenzali era in lieve calo dovuto alla chiusura delle scuole e il livello di incidenza era pari a 4,9 casi per mille assistiti contro 1,4 di questa stagione”.
Il bollettino è consultabile qui: https://w3.iss.it/site/RMI/influnet/pagine/rapportoInflunet.aspx
La spiegazione del fenomeno va ovviamente cercata in tutte le misure di prevenzione messe in atto per arginare l’epidemia del Covid: le mascherine, la disinfezione e la maggior cura nell’igiene personale hanno impedito il diffondersi dei virus.
Ma anche il distanziamento, la ridotta vita sociale, le regole ferree sugli spostamenti e la quasi impossibilità di viaggiare.
Tutte queste misure non solo hanno abbassato in maniera significativa anche il contagio influenzale, che come tipo di trasmissione è molto simile a quella del Coronavirus, ma hanno avuto anche impatto su tante altre comuni malattie respiratorie.
Un’opportunità di studio
Nonostante l’umanità abbia una lunga storia di raffreddori e influenze, i virus che provocano questo tipo di malattie racchiudono ancora dei misteri.
Gli scienziati sperano che la situazione particolarissima di quest’anno possa servire almeno ad ottenere nuove informazioni sulla trasmissione e sul comportamento di questi “ospiti” annuali indesiderati: ad esempio come questi virus rispondono alle misure sanitarie, come interagiscono e come tutta questa esperienza possa tornare utile nel prevenire e curare le malattie a lungo termine. In altre parole, vedono questa situazione come un grande “esperimento naturale”, da poter studiare per ottenere più informazioni possibili sul comportamento dei virus respiratori.
Almeno, dagli effetti devastanti della pandemia, potrà scaturire un qualcosa di positivo per il futuro.