La bella stagione e la tanto agognata fine del lock down aprono le porte alla stagione estiva dove, anche solo passando del tempo libero all’aperto, veniamo maggiormente sottoposti ai raggi solari.
“Il sole è come un buon champagne: stimola, rinvigorisce ma se si esagera intossica e avvelena” (Sir Henry Gauvain)
Con una corretta esposizione possiamo approfittare degli effetti benefici che il sole ha sulla nostra pelle e sul nostro organismo quali:
- La sintesi di vitamina D, in particolar modo della vitamina D3 (o colecalciferolo), la quale viene prodotta a livello cutaneo a partire dal deidrocolesterolo grazie all’assorbimento dell’energia radiante solare (soprattutto le radiazioni UVB). Questa vitamina lavora principalmente per la salute delle nostre ossa favorendo il riassorbimento del calcio a livello renale e intestinale, l’assorbimento del fosforo a livello intestinale, la mineralizzazione ossea e contribuisce alla normale contrattilità muscolare rendendosi indispensabile sia per la crescita sia durante il corso della vita e in età avanzata per prevenire fratture e osteoporosi.Grazie a recenti studi è stato scoperto che la vitamina D ha anche un ruolo anche nella regolazione della risposta immunitaria di tipo innato contro gli agenti microbici e nel miglioramento dei sintomi depressivi.
- Stimolazione del rilascio di serotonina e dopamina, ormoni correlati al benessere psichico e all’equilibrio del ciclo sonno-veglia.
- Un’azione disinfettante della cute
- Un’azione antinfiammatoria nei confronti di dermatite atopica e psoriasi.
Prima di conoscere quali sono i rischi che corriamo esponendoci al sole senza le giuste precauzioni, vediamo cosa succede esattamente alla nostra pelle quando viene in contatto con i raggi UVA e UVB, gli unici raggi ultravioletti che riescono ad attraversare l’atmosfera e a raggiungere la superficie terrestre. I raggi UVB vengono assorbiti al 90% dall’ozono e costituiscono il 2% delle radiazioni che colpiscono la nostra cute, hanno una discreta capacità di penetrazione ma si limitano allo strato epidermico, il più superficiale; i raggi UVA invece posseggono un’elevata lunghezza d’onda e sono in grado di penetrare più in profondità fino a raggiungere il derma.
COME REAGISCE LA PELLE AL SOLE
Ovviamente non tutte le radiazioni che colpiscono la cute vengono assorbite, una parte viene riflessa dallo stato corneo, ma ad ogni modo quando la pelle viene sollecitata dai raggi solari, l’organismo mette in atto i seguenti meccanismi di difesa per evitare che i raggi UV raggiungano gli strati più profondi della cute:
- Aumento della melanogenesi (produzione di melanina) e attivazione della pigmentazione. Inizialmente si nota una colorazione della cute immediata ma transitoria, dovuta alla foto-ossidazione della melanina già presente a livello dei melanosomi e causata in maggior parte dai raggi UVA; se l’esposizione viene prolungata si ottiene una pigmentazione duratura indotta dai raggi UVB. Il cambiamento del colore della pelle è infatti dovuto al maggior rilascio di melanina da parte dei melanociti, cellule presenti a livello dell’epidermide, la quale assorbe i raggi UVB, si ossida e si degrada portando a un’ulteriore sintesi. La melanina va quindi a formare una sorta di schermo protettivo che funge da filtro, assorbendo e respingendo parte delle radiazioni solari e inoltre neutralizza in parte la produzione di radicali liberi in risposta ai raggi UV.La tanto desiderata abbronzatura quindi non è altro che il modo che ha il nostro corpo per proteggersi dai possibili danni del sole.
- Ispessimento dello strato corneo, per difendersi dalle radiazioni solari, l’organismo dà il via a un processo ausiliario che stimola la proliferazione delle cellule basali dell’epidermide portando a un ispessimento dello strato più esterno della cute.
- Attivazione degli enzimi scavengers, ovvero quegli enzimi che vanno a neutralizzare i radicali liberi, forme attive dell’ossigeno
- Attivazione dei meccanismi di riparazione e replicazione del DNA
- Accumulo di β-carotene, anch’esso usato come antiossidante
- Accelerazione dell’attività pilifera
TANTI TIPI DI PELLE
La quantità e la qualità di melanina presente in condizioni basali nella pelle di ogni individuo ne determina il fototipo, a cui sono collegate le reazioni cutanee derivanti dall’esposizione solare. E’ necessario conoscere il proprio fototipo in modo da preservare la salute della nostra pelle seguendo il corretto modo di esporsi al sole, in dermatologia ne sono stati individuati sei:
- La quantità di melanina è nulla o estremamente scarsa (albinismo), non presentano alcun tipo di abbronzatura e per questo il contatto diretto con la luce solare deve essere il più possibile evitato o effettuato con l’utilizzo di protezioni solari con SPF 50+
- Presentano una carnagione molto chiara e una quantità di melanina leggermente superiore ai precedenti, hanno anche occhi e capelli altrettanto chiari, quindi l’esposizione al sole rimane potenzialmente molto dannosa.
- Carnagione mediamente chiara, la quantità di melanina è maggiore e garantisce un’abbronzatura graduale
- Pelle leggermente scura/olivastra, non siamo più nel gruppo dei fototipi “deboli”, i livelli di melanina aumentano e di conseguenza diminuiscono i potenziali rischi per la pelle, l’abbronzatura sarà abbastanza intensa e rapida
- Carnagione scura/mulatta, abbronzatura molto intensa e rapida
- Pelle scurissima/nera, questo fototipo presenta la massima quantità di melanina ed è quindi il più protetto dai danni solari
Qualsiasi sia il fototipo di appartenenza, come già detto, la produzione di melanina è un meccanismo di difesa del nostro organismo ma non è capace di assorbire completamente le radiazioni UV che raggiungono la nostra cute, perciò nessuno è totalmente immune davanti ai rischi che corriamo senza una corretta esposizione al sole e ognuno di noi deve proteggersi con gli strumenti adeguati al proprio fototipo.
I raggi UV agiscono a livello dei mitocondri, organuli responsabili della respirazione cellulare presenti, appunto, nelle cellule, causando sia la produzione di radicali liberi ovvero specie altamente instabili e reattive dell’ossigeno in grado di causare numerosi danni a livello cellulare (UVA), sia danni a livello del DNA cellulare (UVB). Ciò comporta una un’organizzazione strutturale della cute difettosa e una giunzione dermo-epidermica irregolare che determinano la perdita di elasticità della pelle, una minore tonicità e atrofia cutanea.
RISCHI DELL’ESPOSIZIONE AL SOLE
Quali sono quindi i rischi che corriamo con un’esposizione non corretta e/o prolungata al sole?
Foto invecchiamento
I raggi UV sono la principale causa dell’invecchiamento precoce della pelle, soprattutto quella del viso, che è accompagnato dalle così dette rughe attiniche, ovvero rughe profonde causate dal danno esercitato sulle fibre elastiche e sul collagene.Disidratazione, riduzione dell’elasticità e della sensibilità cutanea sono conseguenze di un invecchiamento precoce del derma che deve pertanto essere adeguatamente idratato e protetto prima durante e dopo l’esposizione solare.
Eritema solare
Arrossamento cutaneo più o meno grave, dalla classica scottatura che si attenua e regredisce nell’arco di pochi giorni se trattata con prodotti dall’azione fortemente idratante ed emolliente, alla comparsa di vesciche e spellature se il danno inflitto al DNA è talmente grave da portare la cellula cutanea a una morte prematura. Tipici sintomi dell’eritema solare sono prurito e dolore e la sua entità dipende sia dal fototipo che dalla quantità di raggi UV assorbiti.
Macchie cutanee
Sono alterazioni della pigmentazione della cute che variano dal marrone al color nocciola, che possono manifestarsi in diverse zone del corpo ma in particolar modo su viso, decolleté e dorso delle mani. Sono dovute a un mal funzionamento dei melanociti che producono melanina in eccesso facendola accumulare in modo non omogeneo e sono particolarmente sensibili alle radiazioni solari sotto le quali aumentano di intensità e quantità. Possiamo individuarne due macro-tipologie: melasma o cloasma, che colpiscono maggiormente le donne di età compresa tra i 30-40 anni e compaiono soprattutto quando si fa utilizzo di estrogeni, come la pillola anticoncezionale, o in caso di alterazioni ormonali o gravidanza; lentigo senili, macchie tondeggianti di colore scuro causate da un invecchiamento cutaneo legato a un’esposizione prolungata e ripetuta negli anni ai raggi UV solari o artificiali (lampade abbronzanti). Si manifestano generalmente dopo i 40 anni e tendono a diventare più numerose con l’aumentare dell’età e i trattamenti vanno dall’uso di creme schiarenti fino ai peeling chimici.
Mutamento dei vasi superficiali della cute
Le alterazioni possono essere in senso dilatativo dando origine a capillari dilatati, oppure in senso vasocostrittore portando alla formazione delle cosiddette pseudo cicatrici.
Cheratosi solari
Sono delle lesioni cutanee che si presentano come squame giallastre aderenti, spesso ruvide, senza altri sintomi connessi, solo in alcuni casi provocano lievi pruriti. È fondamentale saperle riconoscerle poiché sono considerate lesioni precancerose.
Tumori della pelle
Un’esposizione incontrollata e prolungata al sole, specie per i soggetti maggiormente fotosensibili, aumenta il rischio si sviluppare questi che sono i danni più gravi e pericolosi legati al sole e ai suoi raggi UV.
Danni oculari
Il sole e i raggi ultravioletti possono essere nocivi per gli occhi come per la pelle. Le prime ad essere danneggiate sono le strutture più superficiali, con la comparsa della cherato-congiuntivite, un’infezione acuta caratterizzata dalla contemporanea infezione di cornea (cheratite) e congiuntiva (congiuntivite). Più pericoloso è invece il danno inflitto a cristallino e retina, dove le radiazioni col passare degli anni provocano ossidazione ed invecchiamento precoce, aumentando il rischio d’insorgenza di cataratta e di degenerazione maculare soprattutto nei soggetti anziani. Anche i bambini al di sotto dei 12 anni risultano essere più sensibili a danni solari poiché il cristallino, ancora immaturo, è meno efficace nel filtrare la luce solare.
ATTENZIONE ALLE REGOLE DI BASE!
Quali sono le regole fondamentali per una giusta esposizione e per ottenere un’abbronzatura perfetta e sana?
1. Preparazione cutanea
Per evitare la comparsa di macchie solari, i danni del fotoinvecchiamento e la comparsa di irritazioni, la pelle deve essere prima di tutto adeguatamente idratata. Il contenuto di acqua a livello dell’epidermide determina infatti l’elasticità e la plasticità della pelle, quindi andremo ad utilizzare prodotti ricchi di sostanze nutritive come collagene, elastina e acido ialuronico, ma anche di vitamine C ed E e di altre molecole antiossidanti in modo da preservare l’acqua presente sulla superficie cutanea e contrastare l’ossidazione delle cellule che porta alla liberazione di radicali.
L’idratazione cutanea però non avviene solo dall’esterno, infatti bere i proverbiali due litri di acqua al giorno significa donare linfa vitale alle cellule favorendo la produzione di collagene ed elastina, proteine fondamentali per conservare il tono, la resistenza e l’elasticità cutanea.Oltre ad idratare la pelle, possiamo prepararla utilizzando degli attivatori di abbronzatura, prodotti cosmetici che contengono peptidi specifici e attivatori enzimatici che stimolano e velocizzano la produzione di melanina in modo da ottenere l’ambita abbronzatura in maniera più rapida ed efficace ma anche aiutare la pelle ad essere maggiormente protetta nei confronti dei raggi UV.
Lavarsi con detergenti corretti che presentino un pH più vicino possibile a quello cutaneo, poco schiumogeni e contenenti sostanze nutritive, è necessario per non eliminare quei fattori di protezione naturali che la nostra pelle possiede per difendersi dagli agenti esterni aggressivi fra cui sono compresi i raggi solari. Infine, per approcciare in maniera ottimale all’abbronzatura si può procedere con un’esfoliazione delicata che favorisca l’eliminazione delle cellule morte della pelle, soprattutto dove risulta essere maggiormente ruvida e secca (ginocchia, gomiti, talloni).
2. Protezioni anti UV
per tutelarci al meglio è necessario individuare una protezione solare adatta al nostro fototipo, alla nostra età, alla presenza di superfici riflettenti come acqua, sabbia e neve che possono intensificare l’esposizione riflettendo fino all’80% dei raggi UV (radiazione riflessa), ma anche alla località in cui ci stiamo dirigendo, in quanto maggiore è l’altitudine e maggiore sarà la potenza dei raggi UV che ci raggiungono. I filtri solari presenti all’interno di questi cosmetici assorbono (filtri solari chimici) o riflettono (filtri solari fisici) i raggi UV.
La capacità schermante nei confronti dei raggi UVB, maggiormente responsabili di eritemi e scottature, è indicata con un valore numerico preceduto dalla sigla SPF (fattore di protezione solare). L’SPF rappresenta il rapporto fra la dose minima che causa eritema sulla pelle protetta da un prodotto e la dose minima che causa eritema sulla stessa pelle non protetta. Quindi se applico un SPF 50, sono in grado di espormi al sole per un tempo 50 volte più lungo di quello che mi ci vorrebbe per scottarmi. In altre parole, una persona con fototipo in grado di stare al sole senza scottarsi per 10 minuti, con un filtro solare a protezione 6 potrà stare al sole senza scottarsi per 60 minuti.
Secondo le normative vigenti, i prodotti che possono essere definiti come protezioni solari devono possedere un valore di SPF compreso nei seguenti range: SPF 6-10 (protezione solare bassa), SPF 15, 20 o 25 (protezione solare media), SPF 30-50 (protezione solare alta), SPF ≥ 50+ (protezione molto alta).
Questi prodotti devono garantire anche una protezione nei confronti dei raggi UVA che sia uguale o superiore a 1/3 di quella fornita contro gli UVB, ciò è segnalato dalla presenza del simbolo “UVA” sulla confezione. Oltre a filtri e/o schermi, la formulazione del prodotto solare prevede l’aggiunta di eccipienti responsabili di determinare caratteristiche quali, consistenza, resistenza all’acqua e alla sudorazione, facilità di applicazione, rapidità di assorbimento, permanenza del prodotto sulla pelle e così via. In ogni caso questi prodotti devono essere stesi uniformemente e abbondantemente prima dell’esposizione e circa ogni 2-3 ore considerando che sudore, acqua e sabbia vanificano l’effetto della protezione (se vogliamo ottenere la protezione dichiarata, un flacone da 150 ml non dovrebbe durare più di tre o quattro giorni per una persona di corporatura media).
3. Un aiuto dall’alimentazione
Per prepararsi in modo ottimale è consigliabile optare per un regime dietetico ricco di alimenti con betacarotene e vitamina E, come frutta e verdura, che aiutano a rigenerare la pelle e stimolano la produzione di melanina, attingendo da quegli alimenti che la natura stessa ci regala nel periodo pre-estivo ed estivo.
4. Integratori alimentari per l’abbronzatura
Circa un mese prima di esporsi al sole è possibile iniziare ad assumere questi integratori che hanno come scopi principali quelli di rafforzare le auto-difese della pelle e favorire un’abbronzatura più intensa e duratura.
5. Le creme doposole
Sono fondamentali per concedere un giusto recupero alla pelle, non solo in caso di scottatura ma ogni volta che si è stati esposti al sole, difatti arrossamenti, secchezza e tendenza a screpolarsi, sono i primi effetti visibili, mentre danni più profondi senza le dovute accortezze, possono manifestarsi a livello cellulare. Dopo lo stress subito, la cute necessita di ritrovare idratazione, elasticità, morbidezza e di un aiuto per evitare i danni causati dallo stress ossidativo, per questo dovrà essere utilizzato un prodotto non solo idratante ma contente anche sostanze emollienti come oli e burri vegetali che forniscono un film protettivo aiutando, quindi, a mantenere la pelle umida ed elastica, e sostanze antiossidanti come β-carotene, pantenolo e coenzima Q10.