di Dr Massimo Generoso, Pediatra, Firenze
1) Cosa è la Febbre?
La febbre è l’evento più comune nella storia clinica di ogni bambino. Mette in allarme coloro che si occupano del bambino ma non è una malattia, anzi rappresenta una reazione di difesa dell’organismo all’attacco da parte dei germi. E’ quindi molto utile perché rallenta o addirittura blocca la moltiplicazione dei germi e stimola la produzione di anticorpi.
I genitori non devono essere preoccupati quando compare perché vuol dire che l’organismo del bambino sta combattendo la malattia che ha originato la febbre.
2) Come e quando si misura la febbre?
Come: La misurazione si può effettuare con un termometro elettronico o a raggi infrarossi.
- Il termometro elettronico, a display digitale e bulbo allungato, va collocato in sede ascellare. La misurazione rettale non dovrebbe essere impiegata di routine a causa della sua invasività e del disagio che comporta.
- Il termometro a raggi infrarossi può essere utilizzato a livello della fronte (per contatto sulla pelle o a distanza, con puntatore) oppure a livello della membrana timpanica all’interno dell’orecchio. La misurazione auricolare è meno attendibile perché più soggetta ad errori operatore-correlati.
Per quanto riguarda il ‘quando’: la temperatura corporea è più alta nel pomeriggio, dopo mangiato, durante il sonno, in caso di riscaldamento eccessivo dell’ambiente, dopo uno sforzo.
Inutile quindi che la mamma misuri la febbre appena il bambino si sveglia dal sonnellino pomeridiano… meglio aspettare una mezz’oretta.
3) Cosa fare:
- offrire da bere a volontà: acqua o bevande zuccherate; perché con la febbre i liquidi si consumano e perciò vanno reintegrati.
- non forzare il bambino a mangiare. Quando il bambino ha la febbre, in genere, ha la capacità digestiva diminuita. Se c’è una cosa in cui non deve eccedere è proprio quella del mangiare
- non coprire troppo il bambino ma solo quanto e quando egli desidera: cercherà le coperte durante la fase di innalzamento della temperatura (freddo e brividi), tenderà a rifiutarle quando la febbre scende. Quando la temperatura è alta e il bambino ha caldo e suda; ciò per poter disperdere più facilmente il calore del corpo
- non costringiamolo a letto se non ne ha voglia,
- usare dei farmaci che abbassano la temperatura (antipiretici) se la febbre supera i 38,5 °C;
4) I Segnali di allarme
- scarsa risposta agli stimoli (indifferenza per cose e persone care)
- pianto debole ed ininterrotto (non forte e valido)
- eccessiva sonnolenza (non si sveglia se stimolato)
- temperatura superiore a 40°
- respiro molto frequente e difficoltoso
5) I farmaci antifebbrili
La febbre è una cosa buona. Se il bambino mangia, è vivace, ha voglia di giocare… perché dobbiamo contrastare la febbre? Combattiamola quando ce n’è realmente bisogno, e quando supera i 38°, 5. Certamente, se la febbre è associata a segni di malessere, a vomito, a diarrea, a mal d’orecchio, allora dobbiamo intervenire.
- Paracetamolo e ibuprofene sono gli unici antifebbrili raccomandati nei bambini. E’ sconsigliabile l’uso combinato o alternato di paracetamolo e ibuprofene per l’aumentato rischio di intossicazione.
La dose deve essere calcolata in base al peso del bambino (non all’età) e deve essere somministrata PER BOCCA usando i dosatori acclusi alla confezione (contagocce, siringa graduata per uso orale, bicchierino) evitando l’uso di cucchiaini da caffè/the o da tavola.
6) Antibiotici
In teoria l’antibiotico non sarebbe il caso di somministrarlo, anche perché un bambino sotto i 5 anni ha un’infezione virale nella maggior parte dei casi.
Buona regola sarebbe quella di aspettare l’evoluzione dei sintomi. Tante volte il pediatra non riesce a capire chiaramente se la febbre è frutto dell’azione di un virus o di un germe; e nel dubbio, se non si può fare il tampone faringeo che ci fa diagnosticare una infezione batterica da streptococco, si valuta caso per caso.
Senz’altro negli anni passati di antibiotici ne sono stati dati troppi, anche a sproposito.
Qui dobbiamo fare riferimento alle cosiddette malattie da raffreddamento.
Se la febbre arriva e il bambino salta sul letto come un grillo, ha voglia di giocare: si aspetta, si porta fuori tranquillamente. Non è il freddo che fa venire la febbre o peggiorare le condizioni del bambino.
La questione è che quando fa freddo ci si chiude nelle case, riscaldate, i germi rimangono sospesi in alto nell’aria, e chi colpiscono? L’anello più debole della catena umana: il bambino, quello che ha meno difese.
Quindi anche d’inverno si deve stare all’aperto senza aver paura di niente. Ecco quindi che non diventa neanche un problema portare il bambino con la febbre in ambulatorio dal medico.
Molti pensano che i pediatri asseriscano questo perché non vogliono più fare le visite a casa.
Non è vero – la verità è che ci siamo accorti che hanno poco senso.
Prima di tutto la visita ambulatoriale è in genere più accurata, perché il pediatra può consultare la cartella clinica del bambino, in cui sono riportati tutti i dati clinici del piccolo paziente, e può effettuare alcuni esami, come il tampone faringeo e l’esame delle urine, che aiutano nel ricercare la causa della febbre.
E poi il medico è bene che veda il bambino dopo un po’ di tempo. Perché a volte la febbre insorge, ma i sintomi della malattia si manifestano in seguito. Il pediatra non è un mago e quindi non può fare previsioni su quello che avverrà da lì alle successive 24-48 ore.
7) Convulsioni febbrili
La convulsione è la contrazione involontaria di una parte o di tutto il corpo, provocata dalla scarica (cioè una serie di impulsi) anormale di una zona più o meno estesa del cervello.
Le convulsioni in corso di febbre sono dovute ad una particolare sensibilità del cervello all’innalzamento della temperatura corporea nei primi anni di vita. I figli di genitori che ne hanno sofferto sono più predisposti a questo tipo di convulsioni.
Rappresentano la più frequente causa di convulsioni in età pediatrica. Colpiscono circa il 5% dei bambini di età compresa tra i 6 mesi ed i 5 anni, sono rare nell’età scolastica, dopo i 6 anni.
Esse compaiono al momento di un improvviso aumento della temperatura, nella grande maggioranza dei casi nel primo giorno di febbre; possono addirittura rappresentare il sintomo di esordio. Raramente insorgono dopo 1-2 giorni di febbre.

DR Massimo Generoso, pediatra fiorentino, autore di 2 libri di pediatria e di numerosi articoli, molto attivo nel campo della formazione e aggiornamento
· sia dei pediatri di famiglia toscani e italiani
· sia degli insegnanti della scuola materna e asili nido del Comune di Firenze
· sia delle famiglie
Fondatore della sezione fiorentina di ISDE (Associazione Medici per l’Ambiente)