I ricercatori della Deakin University hanno proposto un espediente molto semplice per superare le resistenze dei bambini a consumare le verdure: tagliare le verdure il meno possibile.
Gli scienziati hanno ripartito i bambini in due gruppi; al primo gruppo hanno proposto delle carote tritate, al secondo delle carote intere.
Il gruppo dei bambini che ha ricevuto le carote intere, ha consumato il 10% in più rispetto all’altro.
I ricercatori ipotizzano che il risultato possa essere spiegato da un fenomeno chiamato “comportamento basato sullo stereotipo dell’unità”.
Cioè, se riceviamo l’unità di un qualche cosa, tendiamo a considerarla come se si trattasse di una singola porzione, e quindi la consumiamo interamente.
Quando al bambino sono state offerte delle verdure tritate, ogni piccola parte veniva mangiata in modo indipendente e quindi si è persa più rapidamente la voglia di mangiare.
Un’intera carota, una volta morsa, invece deve essere finita; non si può lasciare nel piatto una carota morsicata, perché dovrà essere necessariamente gettata ed è l’emblema stesso dello spreco.
Non si sa – dicono gli scienziati – se questo comportamento sia motivato da un senso di sazietà o da un’avversione allo sperpero.
Comunque sia, sperimentalmente, è stato accertato che l’espediente funziona.
Gli esperimenti per individuare nuovi pungoli per sollecitare i comportamenti virtuosi sono ormai all’ordine del giorno ed impegnano istituti di ricerche di mercato in tutto il mondo.
A tal proposito, vale la pena di dare un’occhiata al libro NUDGE, LA SPINTA GENTILE (ovvero il “pungolo” ) del Nobel per l’economia Richard Thaler, teorico dell’economia comportamentale.